REPORTAGE – Sergio: un Winter Biker in Iran

Da Bikers Life n.7 – luglio 2014  – a firma di Sergio Savioli
e da FaenzaNotizie.it

REPORTAGE Un Winter Biker in Iran

Un viaggio tra montagne e deserti lungo 11.700 km attraverso Grecia, Turchia e al ritorno anche Bulgaria, Serbia, Boznia Erzegovina, Croazia e Slovenia


E’ la Repubblica Islamica dell’Iran, una delle civiltà più antiche del mondo, l’obiettivo del mio viaggio in moto, della durata di un mese e svoltosi da metà aprile a metà maggio, senza altri compagni che me stesso.
Un lungo itinerario pieno di emozioni e anche con qualche contrattempo che però non ha inciso particolarmente nell’avventura nel suo complesso.
La prima emozione è stata sicuramente quella della vista del Monte Ararat (quello dell’arca di Noé per intenderci) ed a seguire, dopo aver lasciato la Turchia, il tanto atteso ingresso in Iran.
La cordialità delle persone che ti accoglievano con un “welcome in Iran” (le uniche parole di inglese che probabilmente conoscevano), spesso seguito da un invito a bere un tè, loro bevanda nazionale, era la conferma che dissipava le perplessità ed i timori degli amici nei confronti di un Paese così lontano, con modi e consuetudini tanto diverse da quelle occidentali.
L’obbligo per le donne di coprire la testa con un foulard ed il corpo con un mantello, sancito dalla giurisprudenza islamica, porta immediatamente il pensiero ad una società con obblighi nei vari aspetti della vita pubblica (come il divieto di bere bevande alcoliche, rivolgere la parola o anche “dare la mano” come gesto di saluto a persone di sesso diverso …) a cui, anche come turisti, occorre conformarsi.
Visitare i siti archeologici dell’Iran, le numerosissime moschee, i bazar (mercati coperti) e la curiosità di conoscere stili di vita diversi sono stati i principali obiettivi che hanno motivato il mio viaggio.
Sicuramente il valore aggiunto di quest’esperienza è stata proprio la disponibilità delle persone (pur con le difficoltà legate ad una scarsa conoscenza dell’inglese di molti) a rendersi utili in ogni situazione di necessità.

Il viaggio è iniziato ad Ancona dove mi sono imbarcato su un traghetto con destinazione Igoumenitsa (Grecia); durante la prima sosta ho visitato il complesso delle Meteore, monasteri caratteristici per essere stati costruiti su pareti di roccia a picco, per proseguire poi verso la Turchia dove avrei pernottato nei pressi di Istanbul.
Seconda tappa ad Amasya, sempre in Turchia, per poi arrivare ad Agri, nelle vicinanze del confine con la Repubblica Islamica dell’Iran (tre tappe di circa 800 km l’una).
La prima fermata in Iran è stata presso Urmia (un lago che si sta prosciugando), per proseguire verso “Il trono di Re Salomone” con i resti di un tempio zoroastriano, poi verso Tehran con le sue moschee, i palazzi dei re Quajari e dello scià, in ultimo il sacro santuario dell’Imam Khomeyni ancora parzialmente in costruzione.
Sosta poi a Kashan, per visitare i giardini più vecchi dell’Iran con un gran numero di giochi d’acqua (l’acqua considerata come l’essenza dei giardini in paradiso), in una casa del centro storico tipica per avere il cortile interno con divani di grandi dimensioni ed una vasca con una fontana.
Il viaggio è poi proseguito verso Yazd, una città tra due deserti conosciuta per le sue tipiche “torri del vento”, costruzioni che servono per procurare agli edifici la necessaria ventilazione per alleviare gli abitanti dalla calura estiva (che arriva fino a 45°).
Altra tappa a Shiraz con visita a Pasargade, una piana dove risalta la tomba isolata di Ciro il Grande, e l’imponente struttura di Persepolis la cui costruzione, iniziata circa nel 500 A.C., sarebbe dovuta servire anche per impressionare ed intimorire i dignitari stranieri.
A Shiraz, oltre che alle sue moschee, è d’obbligo la visita alla tomba di Hafez, considerato uno dei più importanti poeti (un po’ come Dante Alighieri per noi).
Tappa importante ad Esfahan, con la più grande moschea dell’Iran ed il monastero armeno, la cui cattedrale è la più visitata nel Paese.
Ultima tappa iraniana a Tabriz, famosa per la sua moschea blu (citata anche da Marco Polo nel suo Il Milione), per il suo gran bazar di 35 km e per la manifattura di tappeti.

Durante il viaggio di ritorno ho sostato in Cappadocia ed a Istanbul in Turchia, nella cittadina storica di Nis in Serbia, passando attraverso Sarajevo in Bosnia Erzegovina per arrivare a Spalato in occasioone del Fjaka Music Festival, festival musicale organizzato dal locale motoclub. Il ritorno a Ravenna mi ha visto transitare lungo Croazia e Slovenia.
In ultimo qualche parola sui “contrattempi” del tutto marginali: una borsa laterale della moto rotta, un paio di scarpe rubate durante la visita ad una moschea, un guasto all’impianto elettrico della moto ed un paio di verbali per violazione dei limiti di velocità in Turchia.

E per finire il primo di giugno, Alessandro “Wizz” di Villanova di Bagnacavallo, anch’egli appartenente al Moto Club Winter Bikers di Faenza, è partito con destinazione Turchia, Armenia e Georgia, un viaggio di circa 12.000 km in circa 3 settimane, e quest’estate altri appartenenti al Moto Club andranno in Irlanda, a significare che il desiderio di viaggiare in moto è vivo più che mai.