Il gilet

“Per chi non viaggia in motocicletta, questo gilet non significa nulla.
Ce ne sono tanti di gilet così, ma questo è il mio.
Non è una divisa, non ha la funzione di proteggere da un’eventuale e malaugurata scivolata sull’asfalto perchè non ha nulla di tecnico, non serve per tenere il corpo al riparo dal freddo, per isolare dalla pioggia o dal sole cocente; non ha funzioni estetiche o scenografiche.
Le pezze… cucite sulla pelle rappresentano una mappa dei viaggi vissuti sulle due ruote, la scoperta di luoghi lontani o magari nascosti dietro all’angolo, spesso solo una fuga dalla routine quotidiana durante il week end.
Sono il segno di certi personaggi incredibili incontrati,appartengono a certi motoraduni con migliaia di motociclette parcheggiate una vicina all’altra, l’igloo,il sacco a pelo e tanti watt sparati in aria accanto ai fuochi accesi nella notte. Spille di latta e pezze di stoffa colorata proprio come si usava nei ’70 quando qualcuno metteva gli adesivi del cosmic sul cofano della dyane; meglio ancora, è come avere il petto e la schiena ricoperti di tatuaggi. Senza bisogno di forare con l’ago e con l’inchiostro.
Il gilet porta anche i colori del moto club il cui motto è sulla strada tutto l’anno.
Amare la moto intesa come filosofia di vita e viaggiare con la moto anche nei mesi più ostili e duri, se capita con la neve a terra e il buio che scende presto.
Quello che conta è stare bene insieme e condividere in amicizia e fratellanza momenti di libertà e di passione comune.
Ma soprattutto è bello viaggiare da soli.
Tu e la moto.
Seguire i tuoi ritmi e i tuoi bisogni.Fermarsi per una foto,bere un sorso da quella sorgente proprio quando stavi al limite. Tirare per 300km perchè ti senti a posto con il fisico e con la mente e il serbatoio contiene ancora benzina sufficiente per arrivare dove vuoi andare. Tutto scorre!
Il viaggio solitario costringe ad essere sempre presenti a se stessi e a dosare con attenzione le proprie forze, permette di cogliere mille sfumature, obbliga ad essere aperti e a conoscere persone che prima non si conoscevano, insomma si vive con maggiore intensità il posto che si sta visitando.
E’ difficile sentirsi soli quando si viaggia da soli in moto:basta il saluto di un altro motard che si incrocia,un lampeggio e il cuore si riscalda subito.
Le persone sono incuriosite, ti cercano, vogliono sapere da dove vieni,cosa stai facendo,dove vuoi andare e tu ricambi. Dopo aver percorso più di 250mila chilometri in sella, circa 7 volte la lunghezza dell’equatore, la stagione si fa propizia per nuovi viaggi interessanti.
Andiamo. On the road again!”
A firma di Giorgio Sangiorgi – copiato dal profilo Facebook